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da Giroinseconda a Girodiruota

girodiruotaIl 9 maggio dello scorso anno partiva Giroinseconda, il racconto di un Giro d’Italia seguito dai treni regionali. Oggi, quasi un anno nuovo parte un nuovo progetto: Girodiruota. L’idea è semplice. Partenza da Napoli, sede di partenza del Giro d’Italia, e poi su verso nord, verso Brescia. Questa volta niente treni però, solo le due ruote di una bicicletta, che per l’occasione mi verrà data da i miei sponsor, che mi terranno compagnia per i 23 giorni di gara, per loro, quelli che corrono.
Il mio Giro d’Italia seguirà quello vero dai bar sport, per capire un po’ se questo sport parli ancora alla gente, smuova ancora appassionati e gente normali, insomma sia ancora il giro degli italiani. Bar sport ma non solo, c’è altro. Girodiruota sarà l’occasione per parlare di mobilità. Non solo di bici, ma di mobilità a tutto tondo, perché il ciclismo, i suoi miti e le sue leggende, dovrebbero occuparsi anche di questo. Rendere ciclabile un paese, dare la possibilità alle persone di muoversi in libertà e in sicurezza.
Manca poco alla partenza. Sto progettando un po’ di cose, percorsi, interviste, storie da raccontare. Sto cercando anche almeno un’altra sponsorizzazione che mi permetta di affrontare le spese del viaggio. A breve partirà anche una campagna di crowdfunding.
Per cui se avete suggerimenti, opinioni in merito, un’azienda pronta a credere nel progetto non esitatemi a contattarmi. Questo è l’indirizzo mail: giovannibattistuzzi@gmail.com
Grazie di tutto già da ora.

Giovanni Battistuzzi

Diciannovesima tappa: Milano (seconda parte)

Marco Pinotti. Vince l’ingegnere. È soddisfatto il bergamasco della Bmc nonostante l’idea di far classifica si sia arenata contro lo scoglio degli anni che passano e di una gamba che, almeno nelle tre settimane, non è più quella di una volta. L’ultima cronometro è sua, ora la lotta vera, quella per la vittoria finale. Nessuna passerella com’era accaduto l’anno scorso, con Contador già sicuro da almeno una settimana di aver fatto suo il Giro, salvo poi dover ridare indietro maglia e trofeo a causa della squalifica per la positività al clenbuterolo al Tour 2010. Alla partenza i primi quattro sono concentratissimi, nell’aria c’è tensione. Joaquim Rodriguez è primo con 31” secondi di vantaggio su Ryder Hesjedal, 1’51” su Michele Scarponi e 2’18” su Thomas De Gendt. Gli altri più distanti, fuori dai giochi. LA cronometro è stata accorciata di un chilometro e mezzo e ora misura 28,5 km. Poco cambia. Hesjedal è il favorito, Purito però si è detto fiducioso. Qualche giornalista ha rimesso in ballo il nome del belga della Vacansoleil per la vittoria finale, ma due minuti sono tanta roba da recuperare e Thomas non fa di cognome Indurain o Armstrong e non è tantomeno un Cancellara.
I primi, che poi in realtà sono gli ultimi a salire in bicicletta, partono, uno dopo l’altro. De Gent inizia calmo poi inizia ad ingranare, Scarponi è agnello sacrificale perché a cronometro non è mai andato forte e i 27” di vantaggio sul 4° sono un lampo a perdersi per strada. E infatti a metà ancor prima di metà percorso il marchigiano inizia a salutare anche il gradino più basso del podio, che prende e se va, travalica i confini italiani e atterra nelle Fiandre, a casa De Gendt. Era dal 1995 che il podio non batteva tre bandiere straniere. Primo Tony Rominger, secondo Evgenij Berzin, terzo Petr Ugrumov. Prima di allora era successo altre tre volte: nel 1988 Hampsten, Breukink e Zimmermann, nel 1987 Roche, Millar, Breukink e nel 1972 Merckx, Fuente, Galdós. Continua a leggere…