Archivio tag | Antonio Frigo

Diciottesima tappa: Trento – Passo dello Stelvio – Milano (seconda parte)

Le grandi montagne sono là davanti. Il Tonale superato, il Gavia, maestoso e aggressivo sulla destra, il Mortirolo poco più avanti, lo Stelvio in avvicinamento. Antonio narra dei suoi Giri, di vecchi campioni e di giovani che si sono persi per strada, di calcio e Roberto Baggio, di Roberto Baggio prima di diventare Robertobaggio, quando incantava, giovane e acerbo, sui campi di provincia, in quella Vicenza sua casa silenziosa. Attraversiamo luoghi diventati mitici per le azioni dei campioni del ciclismo, per quelle pagine di storia in bicicletta che sono diventate epopea. Luoghi che sono stati cartina stradale di passioni giovanili, amori grandi come un Giro d’Italia.
A Edolo ci fermiamo perché questo sport è anche un business, fatto di sponsor, carovane pubblicitarie, gadget e gente in fila per accaparrarsi ricordi da mostrare ad amici e parenti, ricordi che sentenziano l’io c’ero, l’io ero lì e questo lo testimonia. A Edolo ci fermiamo perché la carovana occupa l’intera sede stradale, per arrivare a Bormio c’è una strada e una sola ed è quella. C’è Paolo Bettini tra i tanti. C’è Paolo Bettini che è stato campione vero, due volte campione del mondo, oro olimpico ad Atene, anno domini 2004, una Milano-San Remo, due Liegi-Bastogne-Liegi, due Giri di Lombardia, due volte campione italiano, un passato da Grillo e un presente sull’ammiraglia della nazionale italiana. Anche lui sposa la causa di salvaiciclisti, anche lui chiede tutele per i ciclisti cittadini, quelli che non puntano a vincere classiche e grandi giri, ma che devono cercare di sopravvivere su strade impallate di traffico, automobilisti irrispettosi e nemmeno l’oasi di ciclabili decenti e sicure. Continua a leggere…

Quindicesima tappa: Laives – Cortina d’Ampezzo – Conegliano (seconda parte)

La corsa si accende sulla Forcella Staulanza, deflagra sul Passo Giau. Sulla terza salita giornaliera Caruso della Liquigas impone un ritmo indemoniato, in molti si staccano, selezione da dietro si dice in gergo. Tra i tanti perde terreno pure Roman Kreuziger. Il ceco è stanco, perde uno-due-tre-dieci metri, alza bandiera bianca, si ritrova a boccheggiare a maledire salita e pedali. Finirà ad oltre 11’, finirà per dire addio a sogni di gloria e di alta classifica. Gli altri rimangono a ruota, dietro alla Liquigas, dietro a Basso. Poi la discesa e il Giau che si erge a giudice. Capecchi fa ritmo pesante, poi si stacca sfinito e lascia il suo capitano da solo. Il varesotto da due strinate che fanno male e sgretolano il gruppo. Rimangono in sei, dietro Nieve da solo a cercare di rientrare sui migliori, alle spalle un gruppetto più nutrito che fatica e cerca di non perdere troppo. Tra questi Cunego e Intxausti. Gadret è con loro, ma esce e cerca di ritornare sui primi, prova a rinverdire i ricordi di un anno fa, quando non perdeva terreno, quando salì sul podio, ma solo sulla carta, ma solo post squalifica di Contador. Il francese raggiunge Nieve, poi viene rimbalzato. In discesa vengono ripresi, chiuderanno nel secondo gruppo. Continua a leggere…

Dodicesima tappa: Milano – Pian dei Resinelli – Milano (seconda parte)

La pioggia non si arresta, per fortuna mangiamo benissimo, dal pesce di lago alla cane, dalle crespelle ai formaggi locali, speciali; c’è poco da dire, in Lombardia i formaggi sono uno spettacolo. Uno spettacolo come quello che da lì a poco mette in scena Matteo Rabottini, pescarese classe 1987, 151 km di fuga da solo, quattro Gpm vinti e successo finale ottenuto resistendo alla rimonta di Joaquim Rodriguez, restandogli a ruota e superandolo ai venti metri dall’arrivo. Bravo Puirito, partito ai 1500 m dall’arrivo con uno scatto potente che ha lasciato tutti gli altri favoriti per il successo finale sui pedali. Saluti a Scarponi, il primo a cercare di lasciare il gruppo buono, saluti a Kreuziger, che c’ha provato con la squadra giù dal Culmine San Pietro, saluti a Hesjedal, che ha lottato ma ha dovuto alzare bandiera bianca, saluti a Basso, che tanto non ci prova mai perché aspetta la terza settimana. Purito di nuovo in rosa, Purito ora il favorito numero uno al successo finale, perché sta dimostrando forza e carattere, tenuta e scatto. L’eroe di giornata però non può essere che Rabottini, che è pure caduto giù dal Culmine, si è rialzato, ha continuato come niente fosse, è stato solo tutto il giorno con Scinto che gli urlava “vai che ce la fai, vai che ce la fai”. Alla fine successo di tappa e maglia azzurra. Seconda vittoria in carriera, entrambe ottenute dopo una fuga lunghissima. Chapeau. Continua a leggere…